Viaggio alle origini della storia del blues


Non si può iniziare il nostro viaggio alle origini della musica blues senza sottolineare il fondamentale contributo che questo genere  ha dato per la nascita del rock, dell’hip hop e del rap, del soul e di tanti altri stili musicali.

Questa lunga storia ha radici antiche, che affondano nella musica africana importata negli Stati Uniti da parte degli schiavi. Il luogo di origine si può collocare lungo il Delta del Missisippi e il riferimento temporale la fine del XIX secolo.

La parola “blues” deriva da “to have the blue devil”, letteralmente “avere il diavolo blu”, espressione usata per indicare una particolare sensazione di malinconia, tristezza e depressione. È proprio da questo stato d’animo sofferente che nascono le sonorità blues, ed è il motivo per cui questo genere musicale è stato chiamato con tale nome.

Questo sentimento struggente deriva dalla dura vita degli schiavi, fatta di oppressione, di soprusi e di fatica. È la storia di tante persone strappate contro il proprio volere dalle loro case e dalle loro famiglie, costrette a vivere in condizioni che nemmeno dopo l’abolizione della schiavitù cambiarono.

La musica ed i ritmi africani continuarono ad essere tramandati di generazione in generazione dagli schiavi dopo il loro arrivo in America, diffondendosi nelle piantagioni e allo stesso tempo mescolandosi con altre culture, mettendo le basi per il blues così come lo conosciamo oggi.

L’origine africana di questo genere musicale lo si nota anche dalla struttura antifonale di chiamata e risposta delle strofe, tipica dei canti sacri africani (questo schema lo si ritrova anche nello spiritual) e dalle  “blues note”, note dissonanti frequenti negli stili musicali dell’Africa Occidentale. 

Altri elementi che contribuirono alla nascita del blues attuale, oltre alle “work songs” “canzoni da lavoro” degli schiavi neri, vi sono anche quelle degli altri lavoratori, come manovali e portuali. Risalenti all’epoca della Guerra di Secessione, da tali canzoni il blues prese la struttura strumentale europea.

I canti erano accompagnati da strumenti a corda, che erano preferiti soprattutto dagli schiavi originari dai paesi africani islamici; i padroni in genere ne tolleravano l’utilizzo considerandoli simili a quelli occidentali.

Nella particolare tecnica di suonare la chitarra con un coltello, usata da alcuni musicisti, si possono ritrovare analogie con la tradizione musicale africana.

L’origine africana si manifesta anche negli strumenti rudimentali che venivano utilizzati dai primi musicisti blues come il diddley bow, costituito da una sola corda attaccata ad un asse di legno, che veniva pizzicata con il collo di una bottiglia. Da questo oggetto ebbe origine il Missisippi Blues,

Con l’abolizione della schiavitù nel 1865, gli ex schiavi musicisti, grazie alla libertà ottenuta, iniziarono a diffondere la loro musica dando luogo ai primi esempi di questo genere musicale.

Le prime registrazioni risalgono agli anni ’20, tuttavia ci sono giunte diverse testimonianze che descrivono come il blues delle origini rudimentale ma dalla forte carica espressiva.

Fino al 1920 il blues era considerato un genere musicale esclusivamente per neri. Dopo quella data, con la pubblicazione del disco Crazy Blues dell’artista Maime Smith, anche i bianchi iniziarono ad interessarsi ad esso e iniziò così a diffondersi rapidamente in tutti gli Stati Uniti.

Da questo punto della storia nasce il blues che conosciamo, con i leggendari artisti che hanno influenzato numerosi musicisti e gruppi nel corso dei decenni: Robert Johnson, John Lee Hooker, Willie Dixon, Charlie Patton, Skip James e tanti altri. 

Senza il blues, nessuno di tutti gli altri generi musicali esistenti ad oggi avrebbero avuto vita!

Questa è stata in breve, l’affascinante storia del blues; è strano pensare da quanta sofferenza siano potuti nascere dei brani così belli, che continuano ad essere apprezzati da appassionati di tutto il mondo.